N° 26

 

IL SIGNORE DEGLI ANELLI

 

(PARTE PRIMA)

 

        

LE MANI DEL MANDARINO

 

Di Carlo Monni

 

 

PROLOGO

 

 

            Per quanto sono rimaste lì, in quella teca? Giorni? Mesi? Ancora più tempo? Importa saperlo? L’uomo, o meglio il superessere, chiamato Manowar le ha strappate al loro possessore, lasciandolo con due moncherini sanguinolenti e lo ha lasciato morire per la conseguente emorragia,[1] poi, su consiglio del suo padrone, Magneto, ha posto il suo trofeo in quella teca, in una sala del palazzo presidenziale di Genosha. Ed ora sono lì, ad eterno memento per coloro che osassero minacciare la razza mutante: sono le mani del Mandarino.

            Avrebbero dovuto chiedersi perché si siano mantenute intatte senza cedere alla corruzione della carne dopo la morte, ma non l’hanno fatto ed è stato un errore. Non gli hanno nemmeno tolto gli anelli dalle dita, i dieci anelli del potere creati da un’antica razza aliena dalla forma di giganteschi dragoni ed un tempo portati da uno di essi, ormai morto da anni; volevano impressionare ancora di più chi avesse visto le mani, facendo capire che anche l’immenso potere degli anelli era inutile contro di loro e del resto, gli anelli erano inutili senza la volontà del Mandarino a comandarli, giusto? Questo è stato il secondo errore. Due errori di troppo.

            Improvvisamente, nel buio della sala, gli anelli cominciano a risplendere di una luce verdastra. È un’illusione ottica o le mani hanno assunto un aspetto rettiliforme? Verdi, ricoperte di scaglie, le dita mutate in artigli dotati di unghie affilatissime, le mani sembrano muoversi nella luce come se fossero dotate di vita propria, poi la teca esplode con un lampo di luce abbagliante ed un tremendo fragore. Quando l’eco dell’esplosione si è spento, le mani sono scomparse, volatilizzate nel nulla.

 

            In una sala a fianco c’è un’altra teca, dove giacciono le spoglie mortali del Mandarino. Improvvisamente, la teca inizia a risplendere di una luce intensa e verde, poi esplode ed ecco che dai suoi resti sale, levitando, la figura del Mandarino, le mani al loro posto, attaccate ai polsi, gli anelli risplendenti e crepitanti d’energia. La figura pronuncia una sola frase:

-Io… sono… vivo!-

            Poi scompare oltre il tetto distrutto da un lampo di pura potenza.

 

            Sono passati solo pochi istanti dalla sua scomparsa, che ecco arrivare l’Elite di Magneto, la sua Confraternita, per non parlare del Governante di Genosha in persona.

-Il Mandarino è scomparso.- dice Manowar, che può giustamente definirsi un esercito concentrato in uomo solo -Eppure era morto, non c’era alcun dubbio ed anche le mani sono scomparse.-

-Per quanto possa sembrare impossibile, egli è vivo.- interviene X Man, lo sciamano del gruppo –Lo sento, diretto verso la sua fortezza in Cina.-

-Possiamo fermarlo facilmente.- dice Nicola Zeitgeist, detta anche la Luce della Rivoluzione di Genosha –Non può resistere alla nostra forza combinata.-

-No!- intima Magneto –Ha già ricevuto la sua lezione, non oserà attraversarci la strada di nuovo e qualunque cosa faccia al resto dell’Umanità non è cosa che ci riguarda. Abbiamo altre cose a cui pensare, come: dare una degna accoglienza a Xavier ed i suoi pupilli.-[2]

            E così il Mandarino è lasciato libero di perseguire i suoi scopi e questo può essere il terzo e forse il più grave errore della giornata.

 

 

1.

 

 

            Una mano preme il pulsante di un telecomando ed accende la TV:

<<… con una mossa che ha preso di sorpresa gli ambienti finanziari ed industriali, Tony Stark ha annunciato le sue dimissioni dalla carica di Presidente del REvolution Group…>>

            L’uomo che si fa chiamare Mr. King ride e rivolto all’immagine sullo schermo dice:

-Ah Tony, hai voluto togliermi la soddisfazione di defenestrarti personalmente. Beh, non m’importa, dopotutto, hai ancora molto da perdere e sarò io a togliertelo.-

 

            Un altro luogo, un altro televisore, un altro notiziario:

<<… ha motivato la sua decisione citando motivi personali. Di certo la sua vita privata ha subito molti sconvolgimenti in tempi recenti….>>

            il finanziere britannico Justin Hammer fa un sogghigno divertito e si rivolge ad una donna accanto a lui:

-Una notizia come questa merita un brindisi con del buon vino d’annata. Io direi un Veuve Clicote del 56, non sei d’accordo?-

 

            Ancora un altro posto ed un altro notiziario:

<<…Stark mantiene le sue altre cariche all’interno del gruppo. Non si sa come questo influirà sull’odierna apertura della borsa di Wall Street.>>

            Mordecai Midas corruga la fronte:

-Questo non cambia i miei scopi.- è il suo commento –In un modo o nell’altro eliminerò chiunque si frapponga tra me e l’obiettivo di diventare l’uomo più ricco del pianeta, chiunque.-

 

            Un altro posto ancora.

<<… in attesa della nomina formale di un nuovo presidente, le sue funzioni saranno esercitate dal Vice Presidente Esecutivo James R. Rhodes, il quale raggiunto dai nostri microfoni, ha risposto alle domande con un brusco “No comment”…>>

            Jim Rhodes si rivolge a Rae Lacoste:

-Sempre il solito Tony, mi ha dato solo mezz’ora di tempo per prepararmi prima dell’annuncio ed ha anche dato per scontato che avrei accettato.-

-Aveva ragione, no?- commenta sarcastica Rae.

Rhodey la guarda cercando di fare uno sguardo duro:

-Uhm… già… credo che mi conosca troppo bene. Oh beh, adesso tocca a noi far funzionare la baracca, quindi diamoci da fare.-

 

            Un ultimo notiziario:

<<… e poi c’è la questione figli. Come ricorderete, non molti mesi or sono fu rivelato che la figlia maggiore dell’armatore Howard Finch Sr. di Chicago era in realtà figlia illegittima di Tony Stark e della moglie di Finch; recentemente, poi, Stark ha adottato un bambino di quattro anni rimasto orfano ed infine, notizia freschissima, il New York Express, con cui Stark aveva in corso una causa per diffamazione per aver sostenuto l’esistenza di un altro figlio illegittimo, ne rivelato, non solo il nome, ma ha fornito tutte le prove della sua parentela. Si tratterebbe di…>>

            Harold Howard sorride dicendo:

-Beh, mio caro Tony, ti auguro di aver preso la decisione giusta… per il tuo bene.-

-Tony Stark è un tuo amico, papà?-gli chiede suo figlio John.

-Non ho amici Jack, lo sai…- risponde Howard -… ma lo rispetto come avversario di valore.Sono stato io con i miei media a segnare un punto contro di lui stavolta, ma in futuro potrebbe accadere il contrario, chissà?-

-Tu sapevi tutto di quel suo figlio, ma come? E perché rivelarlo ora?-

-Un vecchio saggio disse una volta: “Sapere è potere” ed io ti dico, figliolo, che è il solo potere che conta davvero. Con esso puoi avere il controllo su tutto e tutti. Fino ad oggi quest’informazione non mi era utile, ma ora mi è servita per dare a Stark una lezione, mi auguro che la capisca.-

            John Harold Howard osserva perplesso il padre. Non è certo di aver capito cosa gli ha detto o, comunque, di approvarlo.

 

 

2.

 

 

            Ci sono molte cose che Tony Stark preferirebbe fare piuttosto che questa, ma non c’è molta scelta, vero? Guarda verso Meredith McCall e la trova probabilmente più nervosa di lui. Istintivamente le stringe la mano. Lei alza la testa a guardarlo.

-Tu… hai detto di averlo conosciuto… che… che tipo è?- gli chiede.

            Tony scuote la testa. Cosa risponderle? Esiste un modo per esporre una verità brutale senza ferire le sue speranze?

-È un ragazzo di talento, questo è certo...- comincia cautamente a dire -… ma perlopiù è stato mal diretto. In realtà non so molto di lui. Quando l’ho conosciuto aveva usato le sue abilità come hacker per forzare gli archivi elettronici delle Stark Enterprises. Era stato pagato da alcuni miei nemici per farlo. Lo fece solo per i soldi. Alla fine mi convinsi che sarebbe stato più produttivo assumerlo come responsabile della sicurezza informatica. Sai come si dice: “Ci vuole un ladro per prenderne un altro”.-

-Quindi era una specie di… criminale?- chiede Meredith.

-Ai suoi stessi occhi immagino si vedesse come un fuorilegge alla Robin Hood. Confesso che, quando lo vidi per la prima volta, non mi fece una grande impressione: magro come un chiodo, malvestito, capelli scarmigliati, occhiali scuri, sembrava anche più vecchio di quanto in realtà fosse. Immagino che passasse la maggior parte del suo tempo al computer e pensasse molto poco a cose normali come mangiare.-

-Beh è passato del tempo, io spero che…-

            Improvvisamente la porta si apre ed entra l’uomo di cui stavano parlando: Philip Grant, detto il Corvo, che secondo i media, ma soprattutto il rapporto di Bethany Cabe, sarebbe figlio di Tony e Meredith. La donna trattiene il fiato mentre il giovane si guarda rapidamente intorno. I lineamenti sono duri, l’espressione cinica e disincantata. Non lo conosce e lui non conosce lei, eppure non può non sentirsi emozionata.

-Bene, bene… abbiamo il paparino e la mammina, vedo.- dice Philip.

-Ascolta giovanotto.- ribatte Tony –C’è poco da scherzare. Che ci piaccia o meno, la questione è seria.-

-Ascolta tu Mr. Stark, posso chiamarti Tony adesso, vero? Se credi che tutto questo mi faccia piacere… ho sempre disprezzato quelle come te e l’idea che…-

-Che tu possa essere uno di loro ti disturba? Tranquillo, non piace nemmeno a me, ma non posso farci nulla e siamo qui proprio per questo. Puoi fare della tua vita quel che ti pare, ma se sei mio figlio, voglio saperlo.-

-Anch’io, credimi.-

            Meredith interviene:

-Per favore, calmiamoci. Tutti vogliamo la verità… a qualunque costo.-

-mi scusi Miss… Mrs... ehm…- il Corvo sembra decisamente più imbarazzato del normale.

-Puoi chiamarmi Meredith, se lo desideri… Philip…- replica lei.

-Uhm, si certo. Su allora, facciamo questo test, dove dobbiamo andare?-

            Il ghiaccio sembra rotto, ma il cammino ancora difficile.

 

            Sede della REvolution. Nella Sala Riunioni è in corso, appunto, una riunione molto importante. La presiede James Rupert Rhodes, Vice Presidente Esecutivo e facente funzioni di Presidente della società, assistito da Bambi Arbogast, Capo del Personale in veste di segretaria della riunione. Seduti intorno al tavolo di quercia troviamo, tra gli altri: Rae Lacoste, Vice Presidente Pubbliche Relazioni; Pepper Potts, Presidente del Consiglio dei Direttori della controllata Vizer Pharmaceutical; Erica Sondheim, Presidente Operativo della stessa.

-Signori…- esordisce Jim -Parliamoci chiaro, il motivo per cui vi ho convocato è semplice: che mi piaccia o meno, e che vi piaccia o meno, ora sono io il capo. Non so se sarò confermato dopo il meeting dei Direttori, previsto all’inizio del mese prossimo, ma francamente me ne infischio.[3] Quel che m’importa è tenere in piedi questa società a qualunque costo. Il Governo ha smesso di importunarci ed abbiamo di nuovo le mani libere. Una delle prime cose che ho pensato di fare è riempire il vuoto lasciato da Colleen Wing e Misty Knight con le loro dimissioni da Responsabili della Sicurezza. Ho offerto il posto ad una persona competente e lei ha accettato… - una porta secondaria si apre ed entra una donna dai capelli rosso fuoco -… per chi non la conoscesse ancora, vi presento il nuovo Capo della Sicurezza della REvolution: Miss Bethany Cabe.-

            Un rumore a metà tra un colpo di tosse ed una risata viene dalla postazione di Mrs. Arbogast.

-Voleva dire qualcosa Mrs. A?- le chiede Rhodey.

-No assolutamente.- replica serafica la donna –Immagino che avrà lo stesso stipendio dell’altra rossa.-

            Rhodey volge lo sguardo a Mrs. Arbogast e per un momento sul suo volto altrimenti impenetrabile passa l’ombra di un sorriso divertito.

-Per il momento direi di si.- è la sua risposta, poi tende la mano verso Beth che la stringe vigorosamente. -Benvenuta tra noi Beth.- le dice.

-Grazie Jim.- risponde lei –Ti assicuro che farò sempre del mio meglio e non deluderò la fiducia che mi è stata accordata.-

Mrs. A emette un altro borbottio.

 

Quasi contemporaneamente, in uno dei principali laboratori della sede della Stark-Fujikawa troviamo il Presidente della società, Morgan Stark, accompagnato dalla Vice Presidente Scienza e Tecnologia Sunset Bain. Insieme stanno osservando l’ultima meraviglia del laboratorio: un’armatura simile nel disegno a quella di Iron Man, ma di color argento brillante, a parte stivali e guanti ed alcune decorazioni sparse, tutte color blu cobalto.

-Ti presento l’armatura Steel Warrior Modello 1E, il prototipo definitivo.- dice Sunset.

-E così è finalmente pronta.- un sorriso soddisfatto si dipinge sul volto di Morgan –Era ora, stiamo lavorando al progetto da mesi, ormai.-

-Non sarai deluso…- continua Sunset -.. abbiamo incorporato i circuiti base dell’armatura di Iron Man trovata nella Terra Selvaggia[4] con i progetti che… il Corvo  e Ruby Thursday ci hanno procurato[5] e con la tecnologia dell’armatura “Guardiano” e di quella “Iron Monger”, a cui sono state fatte migliorie su progetto di Stuart Clarke e mio. Adesso il prototipo è abbastanza diverso da proteggerci dall’accusa di aver copiato il brevetto di Tony… se ne esistesse uno. Non dimenticare che in questo campo sono alla pari di Tony, anche se il mio ruolo di dirigente ha messo in ombra questo mio aspetto, ahimè.-

             Alla pari con Tony? Forse ci credi davvero, pensa Morgan, ma credo che al massimo, arrivi seconda dietro di lui, ma non è il caso di ferire il tuo ego, mia cara.

-Ora bisognerà testarla sul campo.- dice infine.

-Bisogna trovare l’uomo adatto a portarla.- commenta Sunset –Uno affidabile e controllabile… il che esclude Stuart Clarke, direi.-

-Non preoccuparti.- replica Morgan –Ti ho già detto che ho cominciato a cercare l’uomo adatto e credo di averlo trovato. Se tutto va bene.lo conoscerai alla fine della settimana.-

 

 

3.

 

 

            Il Mandarino esce dalla grande vasca ricolma d’acqua calda e, dopo essersi asciugato, indossa un kimono verde, su cui spiccano disegni di draghi in giallo. Mentre i servi si allontanano con la testa piegata e senza volgergli la schiena, lui si osserva le mani. Il punto in cui si sono saldate ai polsi non si nota quasi più ormai, ma il loro aspetto è sempre quello di verdi zampe artigliate di drago. Il Mandarino le osserva con sguardo corrucciato e serra le labbra. Le mani mutano d’aspetto, ritornando ad essere mani umane ed il Mandarino sorride compiaciuto. Ha dovuto soffrire molto per colpa di Magneto e della sua maledetta confraternita, ma, come sempre, è sopravvissuto. Non perderà tempo a perseguire inutili piani di vendetta, sarebbe proprio ciò che i suoi nemici si aspettano da lui, no, ha altri piani che attirano il suo interesse adesso e non si farà distrarre.

Improvvisamente, entra un servo.

-Mi scusi mio signore, ma ci sono notizie che credo la interesseranno.-

            Ad un gesto, un raggio parte da uno degli anelli ed un monitor si accende su una parete. Un notiziario riporta tutte le ultime notizie su Tony Stark e le sue società.

-Molto interessante.- commenta il Mandarino. -È da tanto che io e Stark non incrociamo i nostri cammini,[6] ma i veri guerrieri finiscono sempre con l’incontrarsi e non sarei affatto sorpreso se, pur non cercando direttamente lo scontro, il mio ultimo progetto portasse ad un nostro nuovo scontro. È il nostro destino.-

            E così dicendo, con lo stesso gesto di prima spegne il monitor, poi esce dalla sala.

 

            Howard A. Stark Memorial Hospital. La visita è finita e Tony si riveste,

-Mi dica tutto, dottor Santini.- dice.

            Il cardiologo risponde:

-Lei ha indubbiamente maltrattato il suo fisico, su questo non c’è dubbio, ed il suo fisico ha richiesto il prezzo che si paga quando si è disattenti.-

-E quindi?-

-il suo pacemaker sta svolgendo un ottimo lavoro nel mantenere costante il battito cardiaco e nel prevenire nuovi attacchi, ma io credo che possiamo risolvere il problema in maniera più permanente con un intervento chirurgico Sarà articolato in due fasi: la ricostruzione del tessuto cardiaco malato, sostituendolo con tessuto sano, chiamiamola un’evoluzione del mio precedente lavoro, e l’inserimento di una versione miniaturizzata del suo pacemaker, un microchip, per essere esatti, che provvederà a regolare le funzioni cardiache nei momenti di crisi.-

-È un’operazione complessa?

-Usa una tecnica innovativa, sì, ma non la definirei particolarmente complessa, anche se ammetto di essere il solo ad averla sperimentata con successo, finora. Non dovrebbe durare che poche ore e dopo una settimana al massimo dovrebbe essere di nuovo in piedi. Ci sono margini di rischio, certo, accade in tutte le operazioni, tuttavia sono fiducioso. Quest’ospedale ha un’ottima equipe chirurgica e sarò assistito dal Dottor Kincaid, che è un chirurgo di prim’ordine.-

Keith Kincaid, che finora è rimasto silenzioso al fianco di Santini, si limita ad abbozzare un sorriso ed a commentare:

-Troppo buono.-

            Santini riprende il discorso:

Consideri le alternative: la dipendenza dal suo pacemaker e la speranza che basti a prevenire un attacco fatale.-

-Parla molto chiaro Dottore.-

-Credo sia molto meglio così e lei?-

-Si, penso di sì. Per quando è programmata l’operazione?

            È Kincaid a rispondere:

-Per metà della prossima settimana, mercoledì, per l’esattezza.-

-Bene.- commenta Tony –Ho tutto il tempo che mi serve Ho programmato un weekend alle Hawaii e sono lieto di non doverlo disdire. Ci rivedremo lunedì, suppongo. La ringrazio della disponibilità Dottor santini. Sarò di nuovo in debito con lei, a prescindere dalla sua parcella.-

-Non si preoccupi di questo, Mr. Stark.- risponde sorridendo Santini –Sono uno scienziato e la possibilità di applicare la mia teoria alla pratica, è un’occasione troppo, com’è che dite voi? Ah sì, troppo ghiotta per farmela sfuggire.-

            I tre lasciano l’ambulatorio e Santini si congeda, mentre Pepper Potts si avvicina a Tony, accompagnata da un bambino dai capelli castani chiari e gli occhi chiari.

-Tutto bene?- chiede la donna.

-Certo.- le risponde Tony e le racconta tutto sulla visita, poi si rivolge al Dottor Kincaid –Keith, le presento … il mio figlio adottivo, Andy, saluta il dottore Andy.

-Ciao dottore.- risponde il bambino timidamente

-Ciao Andy. Sembri un bambino in gamba. Quanti anni hai?

-Quattro.-

-Davvero? Sai che ho un figlio della tua età? Si chiama Jimmy ed è sveglio come te.-

            La conversazione prosegue per un bel po’, poi viene l’ora del congedo. Mentre Pepper e Andy si avviano all’uscita, Tony chiede a Kincaid:

-Come sono le condizioni di Whitney Frost?-

-Sempre uguali.- risponde il medico -È in coma e non si è mai svegliata, ma ogni tanto ci sono tracce di intensa attività cerebrale, poi, dopo pochi minuti o addirittura secondi, ritorna allo stato precedente.-

-Tenetemi informato sui suoi eventuali progressi e non fatele mai mancare nulla, fate tutto quello che è necessario per la sua salute. Le spese non hanno importanza, provvederò io a tutto.-

-Non ho mai fatto questioni di soldi con i pazienti di quest’ospedale.- replica secco Kincaid.

-Lo so, non intendevo certo insinuare nulla. Solo che quella donna è… è stata molto importante per me e... diciamo che tengo molto alla sua salute, ecco tutto. Ora la saluto dottore, sono atteso.-

            E così dicendo, Tony saluta il dottore e si affretta a raggiungere Pepper ed il piccolo Andy.

 

 

4,

 

 

            Un’installazione segreta nel Mar della Cina Orientale, quasi a mezza strada tra la penisola di Corea e l’isola di Taiwan; un luogo che ufficialmente non esiste, se non per il Ministero della Difesa Cinese, ed utilizzato per segretissimi, ed altrettanto ufficialmente non esistenti, esperimenti nucleari. Sembra un giorno come un altro, di puro e semplice lavoro di routine, quando, improvvisamente, qualcosa accade. .Gli indicatori segnalano che i valori sono fuori scala, il sistema di raffreddamento cessa di funzionare, le pile nucleari raggiungono la massa critica tutte insieme. Non c’è tempo per fare qualcosa, solo quello di un disperato avvertimento alla madrepatria, poi l’installazione che non esiste, cessa effettivamente di esistere, assieme alle vite di 122 membri del personale ed a miliardi di yuan di sofisticato equipaggiamento. Sorprendentemente, non vi è dispersione di radioattività oltre un raggio di 50 miglia marine dall’epicentro del disastro.

 

            Il satellite Artemis 3 percorre tranquillo la sua orbita geostazionaria intorno al pianeta, orgoglio della tecnologia europea, il suo compito è il miglioramento delle telecomunicazioni del nostro bistrattato pianeta. Improvvisamente, senza alcun preavviso, il satellite devia dalla sua orbita e si dirige verso ignota destinazione gettando nello sconcerto i tecnici del Centro Europeo per le Operazioni Spaziali a Darmstadt nel Land dell’Assia, in Germania, ma per quanto ci provino non possono far nulla per fermarlo e presto scompare dai loro sistemi di rilevamento come se non fosse mai esistito.

 

            Russia, Repubblica di Buryatia, Siberia Orientale, non lontano dai confini con la Mongolia. In questa zona semidimenticata c’è una base della Forza Nucleare Russa, quel che rimane, almeno, di essa. I vari trattati internazionali hanno diminuito il numero di testate nucleari russe e di queste solo cinque missili a testata multipla sono rimasti qui, in attesa che al Ministero della Difesa decidano cosa farne. A causa dei tagli al bilancio di un’economia che, nonostante i proclami governativi, stenta a decollare, il personale della base è ridotto a poche decine di unità, non che farebbe differenza se anche fossero di più. Sotto gli occhi stupefatti dei soldati di guardia, i cinque missili si animano e partono, mossi da una forza esterna, per poi scomparire rapidamente alla vista.

            Le autorità federali sono subito messe in allarme e comincia un’infruttuosa caccia ai missili scomparsi.

           

            Nessuno sospetta un collegamento tra questi incidenti

 

 

5.

 

 

Al momento di questi fatti, Tony Stark si sta godendo una crociera alle Hawaii con alcuni ospiti, i più importanti dei quali sono i suoi figli, Kathy e Andy, accompagnati dalle rispettive madri: Joanna Nivena Finch e Pepper Potts. Joanna aveva bisogno di una vacanza dopo i recenti problemi col marito, ma. a pensarci bene, forse andare in crociera sullo yacht privato di Tony non è il modo migliore per sperare che si risolvano. Quel che importa a Tony, però è che può passare più tempo con sua figlia e che lei sembra andare d’accordo col suo nuovo fratello adottivo. Meredith non è voluta venire, ha preferito restare a New York, per cercare di conoscere meglio Philip Grant. Tony ne è quasi contento, a parte il fatto, pensa con amara ironia, che forse tre delle sue ex insieme sarebbero troppo perfino per lui, la verità è che si sente a disagio al pensiero che il ragazzo chiamato il Corvo possa essere suo figlio, per questo è ben felice di sfuggire un confronto con lui, almeno per ora. Un comportamento da vigliacco, se ne rende conto, ma non può farci niente, non ancora

Si rivolge alle due donne, intente in una conversazione che si augura (ma non ci spera) non abbia lui come soggetto:

-Signore, vi annuncio che siamo invitati ad un ricevimento.  Mi auguro che abbiate portato un abito da sera, altrimenti vi consiglio un giretto per i negozi di Honolulu armate della mia carta platino.-

            Joanna scuote la testa dicendogli:

-Più il tempo passa e più tu rimani lo stesso, Tony, lo sai?-

-Non so se posso prenderlo come un complimento mia cara.-

-Nemmeno io.- risponde sorridendo Joanna.

            Tony si accorge di un lieve sogghigno sulle labbra di Pepper e rinuncia a ribattere.

 

            Più tardi, nella suite riservata alla famiglia Stark nel migliore (ed ovviamente più costoso) hotel di Honolulu, Tony si sta aggiustando il papillon dello smoking, quando sente battere alla porta di collegamento con le stanze di Pepper.

-Avanti.- si limita a dire.

            Nello specchio appare l’immagine di Pepper che avanza nella stanza, inguainata in un abito da sera lungo che esalta le sue forme, con una scollatura non esagerata, ma messa in evidenza da una collana di perle che termina con una piccola croce di brillanti adagiata proprio nel solco dei seni, alle orecchie due orecchini di smeraldi che esaltano i suoi capelli rossi e gli occhi verdi.

-Come sto?- chiede con tono civettuolo.

            Mentre si volta, Tony è sicuro che se non ci fosse il suo pacemaker il suo cuore si fermerebbe all’istante. È solo il suo grande allenamento, diciamo così, che gli permette di articolare parola:

-Sei… bellissima.-

            Lei gli si avvicina e gli allaccia il papillon.

-Sei sempre il solito galante Tony.- dice in risposta.

            Quasi senza accorgersene Tony le mette le braccia intorno alla vita.

-Dico la verità.- ribatte –Più passa il tempo, più diventi sempre più bella, ma come fai?-

-Merito di un buon estetista.- è la replica di Pepper –Come tanti anni fa quando cambiai look per la cena degli impiegati delle Stark Industries, ricordi?-

-Ma certo! E ricordo anche che rischiai di non potervi partecipare perché dovetti recarmi in Cina per il mio primo scontro col Mandarino.[7] Anche allora eri bellissima. Sai che ho invidiato Happy che ti aveva accompagnato?-

-Non me l’hai mai detto.-

Adesso le braccia di Pepper sono attorno al collo di lui e lei sente molto bene la fragranza del suo dopobarba, come lui l’intensità del profumo di lei.

-Non me lo hai mai chiesto.- dice Tony.

-Forse avrei dovuto. Ero cotta di te Tony e tu non sembravi nemmeno guardarmi, correvi sempre dietro ad altre donne e ne ero così gelosa…-

-Non erano niente per me, solo un modo per sfuggirti, per non ammettere che anch’io ero innamorato di te.-

-Siamo stati due sciocchi, vero?-

-Si… penso di si.-

            Improvvisamente smettono di parlare e le loro labbra si avvicinano, ma prima che possa accadere qualcosa, una porta si apre e ne escono Joanna e Kathy.

-Allora.. siamo pronti?- dice Joanna –Oops, abbiamo interrotto qualcosa?-

            Tony e Pepper si scostano rapidamente.

-No, no.- si affretta a dire Tony un po’ imbarazzato, cosa insolita per lui –Possiamo andare se la baby sitter è arrivata.-

-Uffa.- sbotta Kathy –Perché non posso venire anch’io? Ormai ho quasi 12 anni.-

-Credimi signorina.- le dice Tony –Dopo un po’ ti annoieresti, ne sono sicuro. Magari la prossima volta.-

-Già, dite sempre così, ma quando avrò 18 anni vi farò vedere io, me ne andrò per i fatti miei e non potrete fermarmi.-

-Kathy!- esclama Joanna.

-Lascia stare, Joanna.- interviene Tony –Lascia pure i sogni di ribellione alla maggiore età, Kathy, ma ora farai la brava bambina, d’accordo? Vedrai che non faremo tardi.-

            Kathy mette il broncio, non troppo convinta, ma non replica.

Poco più tardi, Tony e le due donne sono sulla via del salone delle feste dell’hotel.

-Forse avrei dovuto permettere a Kathy di venire.- dice Tony –Dopotutto è davvero abbastanza grande e forse è l’ora che conosca certe persone, dopotutto è una Stark e...-

-Ma sentitelo.- lo canzona Joanna –Fino a ieri faceva il playboy ed ora si atteggia a patriarca. Lascia stare Tony, non ci sei tagliato. No meglio che Kathy resti fuori dal tuo mondo finche può.- una pausa, poi Joanna riprende –Volevo scusarmi ancora con tutti i due, se prima siamo entrate in un momento poco opportuno.-

-Ti ho già detto che non ha importanza.- risponde Tony.

-Già. Non stava accadendo nulla di importante.- aggiunge Pepper.

-Se lo dite voi…- commenta Joanna.

            Il resto della discesa in ascensore si svolge in silenzio e chi può dire quali pensieri passino nelle menti dei tre?

 

            Come Tony aveva immaginato, il ricevimento si rivela una noia e lui comincia a chiedersi quanti bicchieri d’acqua minerale può ancora sopportare prima di… un momento, forse ha appena visto qualcosa di stimolante… o meglio: qualcuno. È una donna, capelli neri e lunghi, abito color rosso fuoco con una scollatura oltraggiosa lungo tutta la schiena. Tony le si avvicina e dice:

-Permette miss… io sono…-

            La donna si volta e mostra un volto decisamente bello: occhi azzurri, sguardo di ghiaccio, labbra atteggiate in una piega crudele, i capelli neri attraversati da una ciocca bianca. Tony giudica che sia più o meno sui trent’anni. Ha un aspetto inquietantemente familiare, anche se è certo di non averla mai incontrata prima.

-So chi è lei… Tony Stark.- dice la donna sorridendo –Sono in pochi a non saperla riconoscere. A dire il vero, speravo di incontrarla. Il mio nome è Justine Hammer, con la “e” finale, mi raccomando.-

            Mio Dio! Pensa Tony, ecco perché mi è sembrato di riconoscerla, non solo devo aver visto una sua foto da qualche parte, ma lo sguardo, il modo di sorridere, mi ricordano….

-Lei è la figlia di Justin Hammer.- dice una volta riavutosi dalla sorpresa –Ho sentito parlare di lei.-

            La ragazza sorride ed aggiunge:

-E non in bene, immagino. Sono la pecora più nera di una famiglia di pecore nere, dopotutto.-

-Su questo ci sarebbe da discutere Miss Hammer, ma temo di non essere il più adatto per giudicare: io e suo padre abbiamo avuto… chiamiamoli degli spiacevoli trascorsi.-

-Mi chiami pure Justine…Tony.- ribatte lei mentre sorseggia con ostentazione una coppa di champagne –Oh che sbadata… vuoi una coppa di champagne o preferisci dello scotch?-

-Preferisco l’acqua minerale.- replica, secco, Tony, mentre pondera sul fatto che Justine l’abbia voluto deliberatamente provocare. Poi le sue riflessioni sono interrotte dall’arrivo di Pepper.

-Scusami Tony, ma c’è una cosa che devi assolutamente vedere al notiziario, credimi.-

            Tony ha imparato a fidarsi delle intuizioni di Pepper e saluta Justine Hammer.

-Sarà per un altra volta Tony.- commenta la giovane donna.

-Bel tipino.- è il commento di Pepper –Di certo sa come attirare l’attenzione degli uomini e magari non è del tutto sconosciuta ai chirurghi estetici.-

-La tua malignità mi sorprende Pepper.- replica Tony un po’ divertito –Allora cosa sta succedendo di tanto urgente?-

-Lo vedrai, lo vedrai.- risponde enigmaticamente Pepper.

 

 

6.

 

 

            L’immagine sullo schermo televisivo è quella di un drago verde, sormontata da un volto sin troppo familiare, un volto che Tony aveva sperato di non rivedere mai più, per quanto l’esperienza gli avesse ormai insegnato che l’erba cattiva non muore mai. Da quel volto proviene una voce dura e spietata.

<<Io sono il Mandarino, alcuni di voi avranno sentito parlare di me come di una leggenda, altri di voi mi pensavano morto. I morti non minacciano, le leggende non uccidono. Esattamente alla mezzanotte ora locale, un missile nucleare a testata multipla colpirà la faglia di San Andreas in California, ed esploderà a livello del suolo. La mia stima è che oltre ai danni ed i morti provocati dall’esplosione, il terremoto che ne risulterà distruggerà l’intera Costa Occidentale del continente americano, ed il maremoto conseguente allo sprofondamento della costa provocherà danni ulteriori, il vento porterà la radioattività in Canada e Messico e sarà poi la Corrente del Golfo a spingere il fallout fino alle coste dell’Europa, mentre dall’altro alto lambirà le coste del Giappone. Invio questo messaggio ai principali governi del Mondo come dichiarazione di guerra. Non ci saranno prigionieri, mi fermerò solo quando avrò vinto. E vincerò, perché il potere di cui dispongo è ineguagliabile.>>

Il video termina ed appaiono i volti di persone ben note a Tony Stark: il Consigliere per la Sicurezza Nazionale ed il Segretario alla Difesa.

-Abbiamo ricevuto il video un’ora fa.- dice la donna. -È stato esaminato ed è autentico. Poco meno di un’ora fa, i nostri satelliti hanno registrato il lancio di un missile dal cuore della Cina. Dai dati che siamo riusciti ad avere dovrebbe essere un missile a testata multipla di fabbricazione sovietica, ancora in dotazione alle forze armate russe, ma di vecchia concezione. I nostri amici di mosca hanno ammesso a denti stretti che si tratterebbe di uno tra cinque missili “perduti”, sono parole loro, in una base siberiana pochi giorni fa. Il missile vola troppo veloce per essere intercettato da uno qualsiasi dei nostri mezzi. I nostri esperti hanno stimato che colpirà la California tra circa 40 minuti. Deve essere fermato.-

-Lo comprendo.- commenta Tony -Quello che non capisco è perché vi siete rivolti a me.  Sul posto, in California avete i Vendicatori della Costa Ovest, sponsorizzati direttamente dal Governo, e poi c’è Capitan Marvel, che è molto adatto contro minacce di scala cosmica.-

            È il Segretario alla Difesa a rispondere:

-Ehm.. temiamo che i Vendicatori della Costa Ovest non siano adeguatamente attrezzati contro questa minaccia e quanto a Capitan Marvel… non è stato possibile rintracciarlo.[8] Abbiamo deciso che lei ed Iron Man eravate i più qualificati per la missione, ora che i problemi tra, ehm, il Governo ed i Vendicatori sono stati appianati.[9] Iron Man ha affrontato molte volte il Mandarino ed anche lei, Mr. Stark, conosce ben il suo modus operandi.-

-Quel che mi chiedo…- interviene la Consigliera per la Sicurezza Nazionale -… è: riuscirà a portare Iron Man a San Andreas in meno di 40 minuti?-

            Tony si concede un sogghigno e risponde:

-Mrs. Rice, posso portarcelo in meno di venti.-

 

            Se a Honolulu, Hawaii, sono le 9:30 di sera, ad Agoura Hills, una piccola, e tranquilla cittadina della Contea di Los Angeles in California, sono, invece, le 11 e 30 della stessa sera e quando il segnalatore sottocutaneo che porta comincia a ronzare, Carl Walker, tecnico della Barstow Electronics, una sussidiaria della Stark-Fujikawa, è già andato a letto. Il suono insistente lo risveglia e la sua mente allenata lo riconosce per quel che è: un segnale di pericolo che sperava di non ricevere mai. Immediatamente si mette a sedere sul letto ed afferra un comunicatore sul comodino. Pochi attimi dopo, sul piccolo monitor appare il volto di Tony Stark.

<<Ricordi il nostro accordo per le emergenze Carl?>> gli chiede, senza tanti preamboli, Tony.

-Si certo. Che sta succedendo?-

            Tony riassume gli eventi della serata, poi conclude:

<<C’è bisogno dell’intervento immediato di Iron Man e l’unico disponibile sul posto sei tu. So di chiederti molto, ma non c’è scelta. Io ti seguirò passo per passo grazie al collegamento in telepresenza. Dobbiamo fare alla svelta.>>

-Parto immediatamente.- è la risposta di Carl.

            Ci vogliono meno di cinque minuti all’uomo per indossare l’armatura di Iron Man nascosta in uno scomparto segreto del suo armadio a muro. È una bella sensazione tornare ad indossarla dopo tanto tempo, provare la sensazione quasi intossicante di potere che dà. Carl Walker ne ha quasi paura. Un tempo il suo nome era Clayton Wilson ed era assistente universitario di un professore della Empire State University di New York che aveva inventato un campo di forze portatile. Clay/Carl si impadronì dell’invenzione e la modificò per i suoi scopi, usando la sua brillante mente per iniziare una carriera da supercriminale col nome di Forza. Fu sconfitto da Sub Mariner.[10] In seguito si era scontrato un paio di volte con Iron Man, ma alla fine era cresciuto in lui il disgusto di se stesso e la voglia di farla finita con la vita da fuggiasco. Si era costituito, ma non era facile lasciarsi dietro la vecchia vita, il suo vecchio datore di lavoro, Justin Hammer, decise di farlo uccidere prima che rivelasse segreti compromettenti e gli mandò contro tre supercriminali al suo servizi: Whiplash, Blizzard e Rhino. Solo l’intervento di Iron Man gli salvò la vita ed alla fine, per evitare altri problemi, fu inscenata la sua morte nelle vesti di Forza. E con la morte di Clay Wilson, nacque Carl Walker.[11] La riconoscenza nei confronti di Stark ha spinto Carl ad impersonare Iron Man un paio di volte ed ad accettare l’offerta di entrare nella cosiddetta Iron Legion, sia pure, su sua esplicita richiesta, solo come riserva. Ora è venuto il momento di onorare il patto.

            Mentre vola sulla California Meridionale non può non ammettere che si sente bene, ma una parte di lui si sente in colpa con se stesso, come un alcolizzato od un drogato che cede alla tentazione dopo mesi, o addirittura anni, di astinenza. Basta pensare a questo adesso, il suo bersaglio è in vista.

-Che devo fare, Mr. Stark?- chiede.

<<Innanzitutto chiamarmi Tony e poi stare attento, il missile del Mandarino  dovrebbe arrivare a minuti ormai. La tua armatura è progettata per raggiungere livelli suborbitali ed oltre, almeno per un po’. Sali e controlla. Sto trasferendo al computer di bordo le coordinate da seguire, così sarà tutto più facile.>>

-Ricevuto. Sono al limite dell’atmosfera  adesso e… lo vedo. È incredibile quant’è veloce.-

<<Intercettalo!>> ordina Tony <<Usa l’uniraggio, dovrebbe interferire coi suoi comandi.>>

            Iron Man esegue il comando ed un raggio di luce investe il missile, che sembra quasi bloccarsi, per poi mutare rotta.

-Sembra che mi abbia riconosciuto come bersaglio.- commenta Carl –Mi viene addosso. Quest’armatura può resistere ad un’esplosione nucleare?-

<<Teoricamente potrebbe riuscirci, ma   non a tre testate di quella potenza che esplodessero simultaneamente, temo.>>

-Magnifico. Vorrei avere il mio vecchio campo di forza.-

<<L’armatura ne può generare uno, ma l’energia necessaria in questo caso brucerebbe tutte le riserve dell’armatura. Durerebbe solo pochi minuti temo.>>

-Sempre parole incoraggianti.  Beh vediamo un po’ se possiamo fare qualcosa a sistema di guida, magari una bella interferenza elettronica che lo rimandi a casa sua.-

<<Sei certo di….>>

-Tranquillo, sono un’ingegnere elettronico e stavo per conseguire il dottorato in Fisica applicata prima di rovinarmi la vita. È solo un problema di giuste frequenze e,.. Oh ecco. Ci siamo, ce l’ho fatta! Sta invertendo la rotta, Mandarino mangiatelo a colazione!-

 

            Contemporaneamente, a Honolulu, in un albergo vicino a quello di Tony, la donna di nome Justine Hammer rientra nella suite presidenziale dove risiede.

-Allora mia cara, l’hai avvicinato?- a parlare è un uomo anziano in vestaglia: Justin Hammer.

-Si, Papà. È davvero un uomo notevole come avevi detto tu. Abbiamo avuto una conversazione breve, poi è stato richiamato da una specie d’emergenza.-

-E che ne pensi?-

Justine sorride malignamente.

-Credo proprio che lo rivedrò molto presto, sì, lo credo proprio.-

 

 

7.

 

 

            Seduto in poltrona con il suo apparato di telepresenza in testa, Tony Stark pensa. Hanno vinto troppo facilmente. Il Mandarino non è così facile da sconfiggere. Quando ha deciso di attaccare gli Stati Uniti, deve aver pensato all’intervento dei supereroi, soprattutto di Iron Man, il suo più antico nemico. Forse voleva provocarlo, forse… Oh cielo… La California non è mai stata il suo vero bersaglio, era un trucco, solo un trucco.

-Jocasta!- urla –Sei in grado di calcolare la rotta del missile respinto da Carl?-

<<Non è difficile Tony: eccola. Sembra diretto da qualche parte nel Mar Giallo. Secondo tutte le stime precipiterà in mare.tra… Un momento, sta cambiando rotta di nuovo. Ora punta verso… verso la baia di Tokyo.  Alla sua velocità attuale vi arriverà approssimativamente tra circa un’ora e trenta minuti.>>

-Maledizione!- sbotta Tony –Ci ha preso in giro.- si rivolge subito a Carl Walker –Carl, devi fermare il missile ad ogni costo, mi senti?

<<Forte e chiaro, capo. Prenderò quell’uccellino a qualunque costo.>>

            Ora Tony si rivolge a Jocasta:

-Jo, mettimi in contatto con Happy, Rhodey, Mike e Eddie e mettici tutti in collegamento audio.

<<Ricevuto Tony… e fatto.>>

 

            Ed ecco che Jim Rhodes, alias War Machine e gli altri tre uomini che impersonano Iron Man si ritrovano tutti con un ologramma davanti.

<<Questa è un’emergenza assoluta. Il Mandarino è di nuovo in azione.>>

            Ancora una volta, Tony spiega la situazione, poi Rhodey dice:

-Ok Tony., il tempo di infilare l’armatura e War Machine sarà al fianco di Walker.-

<<No Jim.>> replica Tony <<Il Mandarino è un avversario troppo astuto e troppo pericoloso, non possiamo permetterci di sottovalutarlo. Questa volta dovranno intervenire anche tutti gli Iron Man.>>

-Ma… così il Mandarino saprà che siamo più di uno.- commenta Eddie March.

<<Il Mandarino probabilmente lo sa già, così come conosce altri miei segreti.>> replica Tony.

-Ok, Capo, io ci sto. Ho un vecchio conto da regolare col Mandarino[12] e stavolta gli faccio ingoiare tutti e dieci gli anelli.-

-Lo stesso vale anche per me.- aggiunge Mike O’Brien –Anch’io non ho ricevuto un gran bel trattamento e non l’ho apprezzato affatto.-[13]

            Tony sta per replicare, quando la sua immagine olografica trema e subito dopo su di essa se ne sovrappone una nuova, quella del Mandarino:

<<E così mio vecchio nemico, mi mandi contro i tuoi lacchè in armatura. Vengano pure, non saranno che un misero fastidio per i miei piani. Proprio come l’Iron Man che  hai mandato contro il mio missile, il suo destino è segnato.>>

<<Cosa vuoi dire?- urla Tony <<Cosa stai…>>

 

            È stata una bella rincorsa, pensa Carl Walker, ma ce l’ha fatta, ha raggiunto il missile. Se fosse stato alla massima velocità non ce l’avrebbe fatta, ma ora può abbatterlo. Se riesce a farlo esplodere ora, ai limiti dell’atmosfera, le testate non detoneranno e se anche lo facessero, può controllare la dispersione radioattiva. Non è esattamente il suo campo, ma è pur sempre un ingegnere e un circuito elettronico è pur sempre un circuito elettronico. Se solo… ehi che succede? Le testate stanno preparandosi a detonare? Ma non dovrebbero, non qui, non ora. Deve scappare prima che…

            Dicono che nello spazio nessuno può sentirti urlare, ma la detonazione contemporanea delle tre testate avviene ai limiti dell’atmosfera e, comunque, il microfono di Tony Stark è acceso e lui, e con lui, anche gli altri collegati in simultanea, possono distintamente udire l’urlo di Carl Walker, nato Clayton Wilson, ed è un suono che non dimenticheranno facilmente.

 

 

FINE PRIMA PARTE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            E così la prima parte di questa storia termina, letteralmente, col botto, d’altra parte, cos’altro aspettarsi dal ritorno di un nemico come il Mandarino? Riparliamone dopo le scarne note.

1)       Chi sia il Mandarino, tutti i veri fan di Iron Man dovrebbero saperlo. Questo diabolico orientale, inventato da Stan Lee & Don Heck chiaramente ispirato a Fu Manchu e, più direttamente al suo predecessore in casa Atlas/Marvel, l’Artiglio Giallo, ha incrociato il suo cammino con quello di Iron Man sin dalla dodicesima avventura di quest’ultimo e non ha mai mancato di procurargli guai. La sua ultima apparizione era stata, però, in X Men #12, dove, a Genosha, l’isola Stato governata da Magneto, Manowar, uno dei membri della nuova Confraternita di Magneto, per l’appunto, gli strappò le mani, lasciandolo poi morire dissanguato. L’esperienza passata dimostra, però che non è così facile uccidere il Mandarino ed anche stavolta, come già un’altra, al perdita delle mani si è rivelata un problema risolvibile per colui che controlla il potere dei dieci anelli. Maggiori dettagli al proposito nel prossimo episodio.

2)       Justine Hammer, figlia del diabolico finanziere britannico (dotato, magari di molta fantasia sul lavoro, ma di scarsa nello scegliere i nomi dei figli, se avesse un maschio siamo sicuri che si chiamerebbe Justin Jr. -_^) è stata creata da Fabian Nicieza (o forse da Kurt Busiek) in episodi inediti della serie Thunderbolts e resa graficamente da Patrick Zircher e non facenti parte della continuity Marvelit. Questo è dunque il suo debutto assoluto per noi. Quali siano le sue intenzioni nei confronti di Tony (e se è degna figlia di cotanto padre, dubitiamo che siano benevole), lo sapremo nei prossimi episodi, per cui, restate sintonizzati.

Nel prossimo episodio: possono bastare cinque Iron Men ed un War Machine a fermare i minacciosi piani del Mandarino? Non sembra davvero un’impresa facile. Ma un momento: abbiamo davvero detto cinque Iron Men?  Uhm qualcosa non torna, pare.. -_^

 

 

Carlo



[1] Come visto in X Men #12

[2] Per saperne di più leggete X Men dal #14 in poi

[3] Citazione di una nota battuta cinematografica? Chissà? -_^

[4] Nell’ormai lontano episodio #8

[5] Nell’episodio #9

[6] Da Iron Man Vol 3° #10 (Iron Man & I Vendicatori #39/40), per essere precisi (Un Carlo accurato -_^)

[7] Nell’ormai storico Tales of Suspense #50 (Devil, Corno, #34)

[8] Ne saprete di più leggendo Capitan Marvel #33

[9] Come si vede in Vendicatori #46

[10] Nell’ormai lontanissimo Sub Mariner #68 (Fantastici Quattro. Corno, #130/132)

[11] Un resoconto, necessariamente sommario, di eventi illustrati in Iron Man Vol 1° #222/223 (Iron Man, Play Press, #8/9)

[12] Che risale nientemeno che a Tales of Suspense #85 (Devil, Corno, #74)

[13] è accaduto in Iron Man Vol 1° #99/100 (Uomo Ragno, Corno, #218/219)